Lanzino - baita Belem

Partenza: parcheggi lungo la strada che da Caldonazzo sale a Centa
Arrivo: Molin del Giotto ca 650, loc. Casare di Lavarone 1147, baita Belem 1420, Stengheli 1200



Un giro che ne vale quattro.
Quattro diverse esperienze nella stessa uscita.

Ottima passeggiata per famiglie e passeggini, lungo il parco fluviale sul torrente Centa.
Idem per il recente percorso tematico "Il respiro degli alberi".
Un percorso storico, la più antica via di comunicazione fra il fondovalle e l'Altipiano, il sentiero del Lanzino (o dell'Ancino) alias SAT217.
Un perdersi nel bosco, la ricerca della baita Belem: ma anche una promettente idea per ciaspolate invernali.


Per non parlare delle scenografiche cascate del Valinpach






Che giro faccio stavolta? Salire per l'ottomilionesima volta in Vigolana, oppure provare qualcosa di inedito? Ormai vicino a casa ho fatto un po' tutto, mi restano solo i sentieri che partono direttamente dal fondovalle, che di solito snobbo, ritenendoli monotoni *



Proviamo l'antico sentiero dell'Ancino o senter del Lanzin.

Parte dal greto del torrente Centa, si inerpica fino ai bordi dell'altipiano di Lavarone intersecandosi con la misteriosa strada della Val Careta. Poi, da lì, in base alla "benzina" ancora presente nelle gambe, sarei curioso di scoprire la baita Belem e il suo punto panoramico.




Il primo tratto mi vale anche come sopralluogo, per vedere se può essere passegginabile e se può interessare alla famiglia al completo

Da Caldonazzo-Corte Trapp risalgo in auto la strada che sale a Centa; presso la frazione Conci parcheggio in uno dei grandi piazzali (01)(fra spiaggette, Acropark e ristorante la zona è gettonata)


Intuitiva è la discesa verso il torrente, sulla sinistra orografica una comoda stradina risale il greto con pendenze minima: una camminata piacevole.

Superato l’Acropark (02) e una serie di ruderi (Mulino del Cleccheri, Case More ed un'area ricreativa) la pista finisce in un ampio alveo (occhio al cartello).

Il SAT217 risale la corrente con un paio di guadi più o meno difficili (a seconda della portata dell’acqua) fino ad una chiusura della valletta, presso i grandi ruderi del Molin del Giotto (03).

Attenzione: pure qui occorre guadare, a meno che non vogliate cimentarvi col ponte "survival"...


Esattamente dietro le mura diroccate il sentiero entra nella faggeta, iniziando a salire a zete. Tutto un altro ambiente rispetto al tratto appena percorso.

Il tratturo è millenario; nonostante gli inevitabili segni del tempo è percorribile e curato.


C'è qualche panca e un capitello a Sant'Antonio (04 ***) ma per il resto è monotono finchè non interseca i resti della mitica-misteriosa-e-impercorribile strada della Val Careta (05).


Notare i paracarri d'epoca: signori, qua c'è stata storia.


Ora però la strada (sentiero SAT219) è chiusa: troppe frane.


II senter del Lanzin continua fra larici e abeti, la pendenza addolcisce e finalmente si è sull’Altipiano.

Sbuco sulla strada in loc. Casare (06): da qui in 20 minuti potrei raggiungere Lavarone Chiesa (il laghetto è a poco più di 1 km).


Non pago, contando anche sulle pendenze ormai ridotte, decido di proseguire prima a bordo strada e poi nel bosco.

A quota 1162 parte una strada forestale quasi pianeggiante che con un largo giro mi porterebbe alla baita Belem.


Superato un caotico parcheggio selvaggio (07), scopro che il percorso è diventato una via tematica, sul tipo di Arte Sella: opere d'arte lignee disseminate lungo il tragitto.



C'è pure qualche buon scorcio panoramico su Vigolana e Valsugana/lago di Caldonazzo (foto: è un sabato di inizio settembre e già tutto sembra chiuso)


Presso un ampio slargo, il sentiero "Il respiro degli alberi" finisce. Se fossi saggio, tornerei sui miei passi per prendere la pista che va verso Est vista poco prima (08).


Ma no, decido di proseguire per il Tomazol o Tamazol (??)(**): la strada si fa sentiero (09, un pochetto esposto), perde e riprende quota, mi riporta su quanto percorso per salire al Cimone l'anno prima.


Evito la digressione, proseguo imperterrito ed eccomi ad un incrocio rivelatore (10). La baita è data (dalla SAT) a 20 minuti. Ormai son qua...vediamola sta baita


Strada forestale a saliscendi, per arrivare a trovare questo bell'edificio (11), super occupato (c'è gente che è arrivata fin qui in auto e si sta cucinando polenta e carne sulla griglia). Per il consueto pudore, scatto una foto frettolosa agli esterni e me ne torno indietro fino al crocevia precedente.


Qui scelgo la via alternativa: sentiero fino a Bertoldi/Stengheli => Lanzino => Casare => rientro per l’Ancino.

Da non sottovalutare: si attraversa un ampio bosco con dossi e avvallamenti - ma privo di alture che possano dare punti di riferimento - e attraversato da infinite tracce (12 - 13, incrocio col "senter dele sorgenti"). Orientamento non scontato. Un po' come in Calisio o in Predaia.


Arrivo a lambire la marea di seconde case di Stengheli (interi "villaggi" inabitati…surreale), attraverso il piccolo e piacevole nucleo storico (14) e, sempre col dubbio, imbocco un antico sentiero molto caratteristico che mi porta alle spalle della frazione di Lanzino (pure qui, le seconde case - chiuse - cozzano con la bellezza del percorso) e all’inizio del "Respiro degli alberi" (15)


Giù per el Lanzin, eccomi sul Centa per gli ultimi km, quasi in piano fino all'auto.



Profilo altimetrico


Teniamo in conto che, in un alveo con pareti rocciose così alte e incombenti, la traccia GPS rischia di essere ancor più approssimativa del solito.



Stagionalità

?

Punto di domanda. Ci son variabili da tenere in conto, per cui non saprei dire. Io l'ho percorso in settembre e temevo zanzarate e tafanate a raffica. Nessuna, e nemmeno altri insetti.

Attenzione ai 2-3 guadi, dipende dalla portata d’acqua del torrente Centa, che talvolta può pure ridisegnare l’alveo.

D'estate l'alveo è umido, quindi d’inverno immagino che il fondo possa essere ghiacciato.

I fianchi della montagna su cui sale il SAT217 sono tendenzialmente franosi (ma il sentiero è lì da secoli, va detto)

Una volta sull'Altipiano invece, meno pipponi.



Mappa "riadattata" Open Street Map

...sta arrivando...



Movimento alternativo


  Spingendo a tratti
No secondo me. Ideale da Lanzino a Belem
No secondo me
Come detto (scritto): un tratto lungo il Centa e lungo il Respiro degli Alberi
Si...volete proprio stancarli eh?


Galleria foto


Velleità artistiche su Tumblr


Download

traccia .gpx

Giudizio

:-)



Note

Seconde case, (quasi) sempre chiuse: che tristezza.

* non è esattamente così: forse il mio è un ragionamento pigro: perché partire da un punto A per arrivare ad un punto B per sentiero, se questo è raggiungibile comodamente in auto?

** se ho capito bene, Tomazol è il dossetto panoramico dove finisce il sentiero tematico; Tamazol un'altra altura (descritta parzialmente in una vecchia escursione)

***senza parole: hanno provato pure a scassinare le offerte del capitello in culo al mondo! Mi stupirei anche se ci fossero stati dentro soldi…




 Paracarri!
 Il nuovo bivacco in Vigolana, ci andrò, ma aspettiamo che passi di moda (ancora troppo affollato per i miei gusti)



La cascata: soggetto non scontato da fotografare (la luce è scarsa e spesso alle spalle) (non guardiamo al mio esempio: con tutta quella strada da fare, mica avevo tempo per pensarci su troppo)

Cerca nel blog