Cadino Alto

Partenza: parcheggio alla Pineta di Faedo – Fontanelle quota 760
Arrivo: "magico" cratere di Cadino Alto con l'area agricola al suo interno (quota 530 circa)


Qualche mese prima ero partito dal parcheggio alla Pineta di Faedo, per una scavallata fino al monte Speggia (passando dal rifugio Maderlina)

In quell'occasione avevo adocchiato la segnaletica SAT per le Malghe di Faedo...sono sempre incuriosito dai luoghi inediti (specie se visitarli non comporta 2000 metri di dislivello – ormai l'allenamento è a livelli da panzone americano)

Un supplemento di indagine (rigorosamente sul web) mi porta anche ad interessarmi al cratere di Cadino Alto => guardatelo in 3D con Google Earth

Singolare, no?


Parto dal parcheggio, imbocco il sentiero SAT408B (01, foto sfocata, sorry), sinistra-destra in un crocevia (02, come sopra) e si inizia a scendere. Qua (passo Cima q. 798) va scelta la strada giusta da imboccare (il sentiero ora è SAT408).
In breve, superata una baita in muratura su un tornante (meleto) ecco una radura prativa ampia e lunga, con pochi edifici (03).

Sempre in lieve discesa si superano Baita Gelasi (04), un ponte, un bivio (05, a sinistra all'andata, l'altra al ritorno)(presso il bivio c'è il cartello con la toponomastica "malghe di Faedo q. 727").


Il tracciato prosegue più o meno diritto e più o meno in quota: è una delle strade forestali più grandi e ben tenute che abbia mai visto. Strano, visto che non è che serve chissà quante aree. Ma la (mia) spiegazione c'è: è la strada di servizio del metanodotto.

Proseguendo supero il raccordo con la ferrata SAT489 (06, loc. Tovare) e poco dopo, ecco la misteriosa galleria che entra nel cuore del cratere dove, di fatto, per me finisce la strada. Pur vedendo la fine del tunnel, questo è protetto da una cancellata con tanto di campanello e apertura a badge.
Fa molto bat-caverna.

Il sentiero si dipana a monte della galleria; dopo un primo punto panoramico (attenzione: esposto) compie una mezzaluna aggirando il monte Dosson (un brufolone, più che un monte), passa sotto una cengia che affaccia sulla val d'Adige (07) per poi scendere nella boscaglia, non prima di aver superato una recinzione tramite una porta per ora aperta...


Già qui l'atmosfera cambia. La selva ha un che di abbandonato.

Sbuco infine in mezzo ad un vigneto - in giro non c'è anima viva, ma nelle mie escursioni accade spesso - attraversato da una strada in ghiaino (08) che scende agli edifici: un gruppuscolo di edifici fuori dal mondo (09)

Attrezzi abbandonati e arrugginiti. Case in precario stato di conservazione. Poco lontana, una villetta con antenna parabolica. Sembra un villaggio fantasma.
Ma i vigneti sono curatissimi. Ci sono telecamere. Capre. Scorgo, seminascosto, un Suv nuovo.


Sono abituato a stare in bosco da solo, ma qui è strano.

Sarà per la morfologia della zona (cratere).
Sarà il forte vento che fa scricchiolare rami vecchi e imposte rotte (come nei film)
Saranno le capre (!)
Saranno le telecamere.
Sarà la galleria con cancello.


Emerge (in negativo) tutta la mia cultura cinematografica (comprese serie tv). Troppi episodi di X-files. Lost. James Bond. Jurassic park. B-movies.

Inizio a fare congetture.

  • cratere formato da impatto con meteorite? O megari un antico vulcano, che ovviamente potrebbe riattivarsi per l’occasione?
  • covo di una società segreta pronta a sovvertire l’ordine mondiale?
  • alieni?
  • trafficanti di droga? (NB: il posto sarebbe comodo per la coltivazione, dal punto di vista logistico. Climaticamente, meno)
  • cinesi ridotti in schiavitù? (quelli credo che ci sono anche in città…non occorre fare tutta 'sta strada)
  • laboratorio per esperimenti-clonazione mostri e/o dinosauri e/o zombie?
  • un casinò-lupanare clandestino?
  • allevamento di pitbull destinati ai combattimenti? Ovviamente nelle ore libere li lasciano sgranchirsi le gambe nel bosco

La fantasia non si pone limiti.

Ed è così che mi spingo solo fino al limitare bosco-vigneto in direzione del fondovalle (10).

La percezione dell'isolamento e della peculiarità di questa zona è massima: suscita un mix di impressione ma anche attrazione.

Decido per un rapido rientro. Torno sui miei passi, al limitare del primo vigneto il sentiero rientra nella boscaglia (11).
Di nuovo sopra l'imbocco della galleria.
Sulla strada.
Relax.


Al bivio (05) prendo per Rio Valborada; idea puramente esplorativa per non replicare del tutto il percorso dell'andata.
Niente di speciale; si aggira un dosso fino ad un sentiero che taglia due coltivazioni di mirtilli e che ribattezzo "sentiero mobbing" (12 - 13, qualche dissuasore psicologico :-)

(Nel complesso, la deviazione non è valsa la fatica, a mio parere.)

Mi immetto sulla comoda strada di collegamento parcheggio-rifugio Sauch: ora è tutto discesa.

Simpatica area ristoro presso due vasconi perfettamente rotondi (14): un po' misteriosi anche quest'ultimi, ma mai come Cadino.

Ecco l'auto.




Profilo altimetrico




Stagionalità


Sempre, direi. Quote basse. Attenzione ad un paio di passaggi a piombo sul "cratere"


Mappa "riadattata" Open Street Map


Movimento alternativo



  MTB si
E con che neve?
Ma nooooo
No





Galleria foto

Download


traccia .gpx

Giudizio

:-)


Decisamente un’esperienza. Un posto direi unico, per la realtà trentina.

Note
Precisazioni col senno di poi (e ricerche sul web).


Speravo che la rete fornisse qualche info in più sulla storia della zona e sull'isolata proprietà, a modo suo affascinante. Chissà se una volta era abitato permanentemente, i quattro malmessi edifici richiamano epoche diverse.


Mi devo accontentare di carpirne qualche segreto con le foto aeree di Bing e con l'ottima mobilekat.provincia.tn.it (combina foto, carta tecnica provinciale e OSM)


Le famose videocamere? Il cartello di legge avvisa che sono state messe da un'azienda agricola G. O. per prevenire vandalismi. Non posso dargli torto.




 Roverè della Luna




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