Lago Nero e Bianco (monte Corno)


Partenza: parcheggio in località Pra dal Manz quota 1180 (raggiungibile per strada asfaltata da Capriana o da Anterivo – in entrambi i casi strada strettina)
Arrivo: giro ad anello: malga monte Corno/Hornalm, lago Nero, lago Bianco
Difficoltà: E. Itinerario lungo. Orientamento non scontato.


 In rosso il percorso descritto.



Ci sono boschi o montagne, più antropizzati di altri: penso, nella mia breve esperienza, al Calisio, alla Marzola, al Vanoi. Per "antropizzati" non intendo che pullulino di gente. Intendo che storicamente l'uomo li ha vissuti, ci ha costruito sentieri, baite, canali per l'esbosco, stue, trincee e stoi.
Vuoi per la loro vicinanza ai centri abitati, per l’industria mineraria, vuoi per la Grande Guerra.

Sul versante solatio della val di Cembra è intensamente coltivata la vite a terrazzi. I paesi sono a mezzacosta, scendendo ripidamente verso il greto dell’Avisio qualche maso, pressoché abbandonato: troppa fatica e troppa poca insolazione. Salendo dai paesi, la morfologia dolce fa si che i rilievi boscosi, di buona accessibilità, siano stati "coltivati" nei secoli per l'esbosco di legname: da ardere e da costruzione.

Questo pistolotto per dirvi che stavolta siamo in quel di Capriana, cerniera fra Cembra, Fiemme ed il mondo sudtirolese: boschi folti e un intrico di strade forestali. Tante baite in porfido. Tanti sentieri usati da uomini e animali nei secoli. Aggiungete che è terra di confine: nel percorso lo si attraversa più volte: ciò significa che in alcuni punti c'è la segnaletica SAT o AVS; in altri ancora la segnaletica è doppia mentre in certi posti...proprio non c'è. E poi c’è quella dedicata alla MTB.
Insomma: un discreto numero di "piste confuse".






Da Capriana saliamo per una stradetta un po' stretta seguendo le indicazioni per il Pra dal Manz, dove posteggiamo. Nel bosco attiguo al parcheggio (01), dei bellissimi giochi a misura di bambino costruiti dai Servizi Forestali: è il Giocabosco.

Oltrepassiamo la baita/ristoro di fronte al parcheggio, per partire da un ampio spiazzo prendendo la strada forestale chiusa da stanga (indicazioni per sentiero 1 "malga Corno"/"Pradi")(02).

In un attimo sbuchiamo in un altro spiazzo (loc. Pradi 1224 metri, foto 03): è un bel lariceto aperto, molta gente si sta preparando il picnic con coperte e borse frigo. Vari sentieri si diramano; prendiamo il numero 1 che promette sia la "malga Corno" che i laghi "Bianco" e "Nero" 0c_.

Un nuovo bivio poco sopra, in località Peschiera (1360 metri, 04): fedeli e un po' timorosi, preferiamo restare sulla strada maestra; altri bivi (segnalati, va detto) e raggiungiamo il passo della Cisa, già visto in precedenti escursioni. Non è panoramico né aperto...è uno spiazzo che fa da punto di snodo (05): qui i cartelli comunque non mancano.

Saliamo verso la malga parte per sentiero, parte per strada forestale (è uguale, si accavallano): poco sopra il passo due baite della Magnifica (fontana con acqua, foto 06, scorci su Caldaro 07, cime della Mendola, malga Cislon).

Eccoci quindi alla malga (08), aperta con servizio di ristoro (09): splendido affaccio sulla val di Fiemme incorniciata da Latemar, Lagorai e dalle Pale di San Martino "nuvolose".

Con poco dislivello si potrebbe raggiungere, alle spalle degli edifici, la cima del monte Corno: su alcune mappe è segnata come punto panoramico. Boh.

Noi prendiamo invece la forestale che prosegue (10) e si biforca (11); arriva a costeggiare il lago Nero (12), prosegue in territorio sudtirolese (13 - 14) fino all'ennesimo bivio che porta in vista di un'ampia torbiera: è (l'ex) lago Bianco (16), ormai intorbato.
Nei pressi, panche e tavolo (15), e ulteriore bivio (17) :-)
Tirando dritti torneremmo alla malga; ma giriamo a destra, fiduciosi. Dalla strada bianca parte un sentierino (18), per un tratto ciottolato (19), che riporta sull'ennesima forestale (20).

E qui arriviamo al punto più controverso: in prossimità di un esbosco con cataste di larice (21), nessuna indicazione visibile e alcune piste/strade. Percorro la più credibile, porta ad una stanga privata (non dipinta dei classici colori forestali, intendo) (22); tutto intorno una recinzione (23) e dei cartelli in tedesco. Boh.
Provo un altro paio di percorsi, sperando di trovare qualche cartello...alla fine taglio nel bosco in modo più o meno consapevole, riuscendo a sbucare su un bel sentiero (24): morale, la prima stradina (quella con la stanga e il recinto ecc.) era quella giusta. Vabbè.

Da qui in poi sono numerose le baite: peccato che non tutte siano immediatamente visibili, ed abbiano delle stradine di accesso più credibili della via maestra. I segnavia SAT, o li trovi ogni dieci alberi, o scompaiono del tutto. E i cartelli pure: indicano solo Capriana o Anterivo, senza numerazioni.

Comunque sia, riusciamo ad imbroccare la strada giusta (25), che chiude l'anello poco sopra la località Peschiera.





Profilo altimetrico



Stagionalità


Immagino che con la neve l'orientamento sia più difficoltoso


Mappa rielaborata Open Street Map



Movimento alternativo




  Si
Si, occhio alla lunghezza
Pendenze risibili




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Giudizio
:-)
Giro interessante, però per quanto riguarda l'orientamento mi son girate le palle più di una volta. Nonostante avessi con me cartina e GPS.


Note

In tutto questo poutpurri di indicazioni, salendo abbiamo anche tenuto d'occhio quella per il "Pec del Bosnia", abete monumentale...solo che all'ennesimo bivio ci siamo persi pure quest'indicazione.















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