Col Santo - strada delle malghe





Partenza: parcheggio sopra il paesino di Giazzera
Arrivo: giro ad anello: prati Pazul; Alpe Alba 1800 metri; Col Santo 2112, rientro per la strada delle malghe (Campobiso, Costoni, Valli)
Dislivello: circa1000 metri
Difficoltà: E


L’itinerario è semplice, ma lungo, e ci ha dato tante soddisfazioni sotto il profilo paesaggistico e faunistico.
Partiamo da un parcheggio poco sopra le case di Giazzera: qui in inverno vige il divieto di transito veicolare e la strada resta innevata (se nevica, ovviamente!).
Nella bella stagione, in auto si può proseguire a lungo fino a malga Cheserle e al parcheggio del Sasson; volendo quindi possiamo arrivare in auto proprio fino al punto in cui si imbocca il sentiero SAT 132 (piccolo parcheggio per 3-4 auto, foto 01). Percorriamo una specie di erto "canale delle bore" in faggeta (02), per sbucare nel dolce paesaggio dei prati Pazul (03). Fin qui, comunque, la pendenza è stata notevole.
Ora si continua a salire (04), ma il sentiero, tutto su ampie dorsali, ci lascia più fiato. Passata quota 1800, senza segnaletica, possiamo scegliere se continuare sulla dorsale che porta al Doss dell’Anziana (percorso invernale) oppure, come facciamo noi, preoseguire in piano verso i prati e le caratteristiche baite dell'Alpe Alba (foto 05). Di fronte a noi il Col Santo, sulla sinistra una pista che, a zete, intaglia il versante esposto a sud (06). Saliamo, scorgendo camosci e caprioli, fra qualche scavo della Grande Guerra. Questo tratto non è segnalato ma il fondo è ben tracciato; l'orientamento è molto intuitivo. Fra il Dosso e il Col Santo ritroviamo le tabelle SAT; di lì a poco siamo sulla cima, estremamente tondeggiante (curiosamente, lo croce "di vetta" non è collocata nel punto più alto)(foto 07).
La vista spazia a 360°: val d’Adige e altipiani di Asiago, pianura veneta, monte Baldo, catena Stivo-Bondone e dietro il Brenta...
Aiutandoci con il GPS rientriamo sul sentiero che scende alla sella dei Colsanti; di qui potremmo salire anche sul Con Santo di dentro - o Colsantino - ma invece scendiamo in direzione Nord. Ghiaccio di novembre, il fondo della valletta è stretto e ombroso (foto 08: mi ricorda il Mount Rushmore)(foto 09)

Scendiamo su strada forestale, dalle fattezze belliche. Purtroppo già nel primo pomeriggio è in ombra (ma siamo in novembre). Questo tratto è freddo e un po' monotono (foto 10: bivio per Campobiso, 11). Proseguiamo toccando altre malghe o ex malghe (12, 13 malga Fratom) fino a ritrovare il sole presso malga Costoni (14 - 15), Casina (16), malga Valli (17, foto scattata a ritroso). Avvistiamo una dozzina di camosci.

Una breve forestale ci riporta agli assolati prati Pazul, e di lì sul sentiero percorso all’andata.



Paesini in Vallarsa (di Terragnolo)






Profilo altimetrico




Percorso aperto, lunghetto ma estremamente appagante, tanto più che la fauna è sembrata piuttosto…"avvistabile" :-)



Stagionalità


La zona è rinomata per le possibilità scialpinistiche/ciclistiche oltre che per essere fruibile in tutto l'arco dell'anno. Così come questo trekking.




Mappa statica Open Street Map




Movimento alternativo




  L'itinerario non è percorribile in bicicletta. Però...
Come detto sopra al capitolo "stagionalità", itinerario "ciaspolabile", solo un po' lunghetto e esposto a nord nella seconda parte.
Direi "scialpinabile" fino al Col Santo, il rientro per le malghe invece non ha pendenza, potrebbe annoiarvi :-)



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Traccia colsanto.gpx


Giudizio

:-)

Bello, una meta poco nota ma che mi sento di consigliare. E poi, non avevo mai visto così tanti camosci e così vicini alle baite e alle malghe.


Galleria foto
 




Nelle foto:



le Tre Cime del Bondone col Brenta sullo
sfondo;
il massiccio della Vigolana








malga Palazzo in Vigolana, già casa di caccia dei Conti Trapp



Altipiano di Asiago;
valle dell'Adige

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